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Occorre riconoscere che alcune ‘gloriose’ tradizioni culinarie britanniche, come il pane bianco in cassetta già affettato, le carni grasse e le verdure stracotte, il tutto accompagnato da tè molto zuccherato, sono ancora in auge in molte regioni del paese. Tuttavia, oggi Londra possiede alcuni dei migliori ristoranti del mondo e in tutto il paese sono sorti eleganti locali e gastropub di alto livello.

I classici della cucina britannica

Una delle esperienze gastronomiche più britanniche è sicuramente il ‘full English breakfast’ (o ‘full breakfast’ in Galles e Scozia), nota anche come ‘fry-up’, composta da pancetta (bacon), salsicce, uova, funghi, pomodori fritti, fagioli stufati e, a scelta, pane tostato bianco o integrale. A volte si serve pure il black pudding (una sorta di sanguinaccio) e il pane fritto. Potete anche ordinare solo alcuni cibi (per esempio solo bacon e uova).
Alcuni B&B servono alternative come kippers (pesce affumicato) – soprattutto in Scozia – o una prima colazione continentale, che tralascia i cibi cucinati e potrebbe aggiungere golosità considerate ‘esotiche’ come i croissant.
Passando al pranzo, una delle tante invenzioni che la Gran Bretagna ha regalato al mondo è il sandwich, la cui origine pare risalga al XVIII secolo. Il conte di Sandwich (una cittadina nel sud-est del paese) ordinò alla servitù di portargli della carne fredda fra due fette di pane, per poter continuare a lavorare alla sua scrivania senza interrompersi o, secondo quanto afferma qualche storico, per giocare a carte fino a notte fonda; il nome del conte è rimasto indissolubilmente legato al sandwich e l’umile panino imbottito divenne un cibo di gran moda negli ambienti aristocratici dell’epoca. La sua diffusione fra le classi più popolari risale ai primi anni della Rivoluzione industriale, perché costituiva la soluzione più comoda e pratica per il pranzo di chi lavorava in miniera o in fabbrica e doveva portarsi da mangiare da casa. Ancora oggi, rimane il pranzo preferito di operai e impiegati.
Un’altra specialità, servita soprattutto nei pub, è il ploughman’s lunch (‘pranzo del contadino’). In sostanza si tratta di pane e formaggio, ma in genere è accompagnato anche da sottaceti piccanti, insalata e cipolle. Altre versioni sono il farmer’s lunch (‘pranzo del fattore’, con pane e pollo) e lo stockman’s lunch (‘pranzo dell’allevatore’, con pane e prosciutto).
Quando si tratta di pasti principali, un classico per la cena è il roast beef. Il manzo più famoso viene dalla razza scozzese Aberdeen Angus, mentre il piatto di carne più diffuso in Galles è l’agnello. La cacciagione (di solito il cervo) è diffusa in Scozia e anche in alcune zone del Galles e dell’Inghilterra, soprattutto nella New Forest.
Per tradizione la carne di manzo è accompagnata dallo Yorkshire pudding, un semplice sformato di farina, uova e latte che, se preparato a regola d’arte, è davvero delizioso. Se poi vi abbinate le salsicce, avrete un altro piatto tradizionale, il toad-in-the-hole (‘rospo nel buco’).
Forse, però, il piatto britannico per eccellenza è il fish and chips, la tradizionale frittura di pesce e patatine che si acquista per asporto. A volte il pesce non sa di niente (soprattutto se non siete in una città di mare), ma nelle località marittime questa specialità merita sempre un assaggio.
Grazie al passato coloniale, la Gran Bretagna è anche il paese degli amanti del curry: in base a un sondaggio recente il piatto preferito degli inglesi è il chicken tikka masala. In quasi tutte le città troverete almeno una curry house – la qualità varia, per cui conviene chiedere alla gente del posto quali sono i locali migliori.
Il dessert per antonomasia è il pudding, un budino. Il Bakewell pudding è entrato nei ricettari intorno al 1860, quando un cuoco del Rutland Arms Hotel di Bakewell nel Derbyshire, che stava preparando una crostata di fragole, per sbaglio versò le uova sbattute sulla marmellata invece di incorporarle all’impasto. Altre ricette dello stesso genere comprendono il treacle sponge (pan di Spagna con melassa), il bread-and-butter pudding (il classico ‘pudding dei bambini’) e il plum pudding, un dolce a cupola preparato con prugne, frutta candita, noci e brandy o rum, che viene consumato tradizionalmente a Natale con il nome di Christmas pudding. La maggior parte dei pudding utilizza una montagna di burro o zucchero, preferibilmente entrambi. Un’altra specialità è il rhubarb crumble, un dolce a base di steli di rabarbaro cotti e zuccherati, ricoperti da uno strato croccante di cereali, burro e zucchero mescolati insieme e serviti con crema inglese (custard, o English cream) o gelato alla vaniglia.

Specialità regionali

Il pesce è una delle specialità di questa nazione circondata dal mare, soprattutto in Scozia, Galles e nell’Inghilterra sud-occidentale. Il salmone scozzese è famoso e si trova ovunque sia affumicato sia bollito, ma c’è una grande differenza tra la versione grassa degli allevamenti e la varietà selvatica più saporita.
Altri pesci diffusi sono le aringhe, la trota e l’haddock; in Scozia quest’ultimo si gusta al meglio con patate e panna nella zuppa conosciuta col nome di cullen skink.
Tra le ricette tradizionali a base di carne dell’Inghilterra settentrionale figurano la salsiccia del Cumberland, arricchita da erbe aromatiche e così grossa che viene presentata sul piatto a spirale. In Scozia la più famosa specialità di carne è l’haggis, una grossa salsiccia ricavata dallo stomaco di pecora riempito di carne macinata e farina d’orzo.
Per uno spuntino nell’Inghilterra centrale provate il Melton Mowbray pork pie, un tortino di pasta sfoglia ripiena di prosciutto cotto. Nel 2005 il tribunale ha stabilito che soltanto i pie fatti a Melton, nelle Midlands, potessero utilizzare il nome tradizionale di Melton Mowbray – un po’ come lo Champagne, che può fregiarsi di questo nome solo se proviene dall’omonima regione della Francia.
Un’altra specialità che gode di uno status simile è lo Stilton, un formaggio erborinato a pasta bianca dal gusto forte: solo cinque caseifici in tutto il paese sono autorizzati a produrre formaggio con questo nome.
Un paio di altri piatti regionali da assaggiare sono il Welsh rarebit – in realtà una variazione sofisticata del toast al formaggio, aromatizzato e insaporito con burro, latte e a volte birra – e la Scotch broth, una densa zuppa di orzo, lenticchie e brodo di montone.

Birra, sidro e vino

Per quanto riguarda gli alcolici, la Gran Bretagna è famosa soprattutto per la birra, il cui colore varia dal marrone scuro all’ambrato. Si chiama ‘ale’, ma è più comunemente chiamata ‘bitter’ in Inghilterra e Galles. La birra prodotta artigianalmente e servita in maniera tradizionale dal fusto è chiamata ‘real ale’ e, per chi non è abituato, può essere una delusione, perché è servita a temperatura ambiente e non è gassata. Bisogna farci l’abitudine, ma il segreto è concentrarsi sul sapore: questa birra non ha bisogno di essere gelata o frizzante per diventare gradevole.
La crescente diffusione della real ale come reazione alla produzione omologata delle multinazionali della birra ha scatenato soprattutto in Scozia un proliferare di piccoli produttori professionisti e di microbirrifici artigianali che affermano, orgogliosamente, di utilizzare solo ingredienti naturali e, in molti casi, di riesumare antiche ricette locali.
Se il gusto della birra non va d’accordo con il vostro palato, potrete provare il sidro, disponibile sia dolce sia secco. Nella zona occidentale del paese, in particolare nello Herefordshire e nelle contee sud-occidentali Devon e Somerset, assaggiate lo scrumpy, un sidro secco molto forte fatto con le mele della regione. In molti pub viene servito direttamente dal barile.
Nelle calde giornate estive ci si può dissetare con un bicchiere di shandy, ovvero una miscela di birra e limonata in quantità uguali. Si deve specificare quale tipo di birra si desidera, chiedendo un lager shandy o un bitter shandy. Un’altra bevanda ‘ibrida’ è il cosiddetto snakebite (letteralmente ‘morso di serpente’), che si ottiene mescolando in parti uguali birra lager e sidro.
Parlando di bevande un po’ più raffinate, molti saranno sorpresi di scoprire che l’Inghilterra è un paese produttore di vino fin dai tempi dei romani. Oggi, più di 400 aziende vinicole producono intorno ai due milioni di bottiglie all’anno e molte sono di tutto rispetto, frequentemente insignite di premi importanti. Sono soprattutto i bianchi frizzanti ad avere successo: per lo più vengono prodotti nel sud-est del paese, dove il suolo gessoso e le condizioni climatiche sono simili a quelli della Champagne francese.

Whisky

Il superalcolico che i visitatori associano in genere alla Gran Bretagna, in particolare alla Scozia, è il whisky (attenzione alla grafia: il whiskey con la ‘e’ è quello irlandese), di cui si producono oltre 2000 marche. I due tipi principali sono il single malt, più raro e costoso, prodotto con un’unica qualità di orzo maltato, e il blended whisky, realizzato con una miscela di diversi whisky di malto e grano.
Quando ordinate un ‘dram’ (bicchierino) in Scozia ricordate di dire ‘whisky’: solo gli inglesi e gli stranieri dicono ‘scotch’.

Tè e caffè

In Gran Bretagna, l’espressione ‘drink’ si riferisce a ogni tipo di bevanda, quindi, se qualcuno del posto vi chiederà: ‘Would you like a drink?’ (Bevi qualcosa?), non aspettatevi automaticamente che si tratti di un alcolico. Potrebbero anche riferirsi a una ‘cuppa’ (a cup of tea) ovvero a una tazza di tè, la bevanda britannica più famosa nel mondo. Talvolta si fa riferimento al tè come alla bevanda nazionale, ma oggi anche il caffè è molto diffuso: in Gran Bretagna si consumano 165 milioni di tazze di caffè al giorno, un mercato che rende circa 700 milioni di sterline all’anno (e con i prezzi che si vedono in alcuni coffee shop non sorprende affatto). Infine, quando ordinerete una tazza di caffè e il cameriere vi chiederà: ‘White or black?’, vorrà sapere se lo volete con il latte (white) o senza (black).

Galateo

I britannici amano intrattenere i propri ospiti a casa e apprezzano la puntualità: è concesso un ritardo di una decina di minuti quando si attende a casa, ma al ristorante bisogna essere puntualissimi.
Restate in piedi finché non siete invitati a sedervi, probabilmente nel momento in cui vi viene indicata la sedia assegnatavi.
Se non avete ancora terminato di mangiare, incrociate la forchetta sopra il coltello sul piatto. Quando siete sazi collocate le due posate parallele sulla destra del piatto.
Al pub è usanza pagare a turno un giro di drink. Chi invita al ristorante in genere è tenuto a pagare e non è previsto che venga sostituito da un invitato: semplicemente sarà reciproco la prossima volta. 

Picnic

Quando farete la spesa, oltre ai supermercati e ai negozi prendete in considerazione anche i mercati, dove si fanno ottimi acquisti – troverete di tutto, dai pomodori in scatola alle torte fatte in casa al formaggio di capra biologico ecc. Vale la pena di fare un giro in particolare nei mercati dei contadini, che vendono i loro prodotti direttamente al consumatore senza passare da intermediari (come per esempio i supermercati).

Caffè e teashop

Il caffè tradizionale britannico, di solito scritto ‘cafe’, è un locale che non ha nulla a che vedere con i caffé dell’Europa continentale. Generalmente si tratta di locali semplici che servono cibi altrettanto semplici, come pie di carne, pane tostato con fagioli, patate arrosto oppure omelette con patatine fritte (prezzi inferiori a £5), nonché sandwich, torte e altri snack. La qualità varia moltissimo: alcuni caffè sono vere e proprie bettole e sono definiti in gergo greasy spoon (letteralmente ‘cucchiaio unto’), mentre altri sono puliti e accoglienti.
A Londra e in altre città, la vecchia guardia di questo tipo di locali (con tavoli di formica, sedili fissi e arredi degli anni ’50) resiste all’agguerrita concorrenza delle catene internazionali. Nelle zone rurali, in molte cittadine di mercato e nei villaggi, i caffè si rivolgono soprattutto a una clientela di turisti, escursionisti, ciclisti e così via – perciò in estate sono aperti tutti i giorni.
I caffè-ristoranti più eleganti sono chiamati teashop (o tearoom) soprattutto nelle zone rurali: qui l’arredo è più curato e si effettua il servizio al tavolo.
Oltre ai locali di tipo tradizionale, negli ultimi anni in molte città hanno aperto caffetterie all’americana (ovunque vi giriate vedrete l’insegna di uno Starbucks) e caffè in stile europeo, che servono buoni cappuccini ed espressi e che vendono bagel e altri tipi di pane oltre alle tradizionali fette di pane tostato con fagioli.
Qui probabilmente riuscirete a farvi servire anche un superalcolico e in alcuni casi troverete il dehors, una vera e propria sfida non soltanto all’inclemente clima inglese, ma anche allo spazio ridotto, visto che i marciapiedi sono decisamente stretti.

ORARI

  • Nelle città, sono aperti dalle 7 alle 18, o anche più tardi. 
  • Nelle zone rurali, i teashop aprono per l’ora di pranzo e possono restare aperti fino alle 19, o anche più tardi in estate. 
  • Nei mesi invernali, nelle zone di campagna, i caffè osservano orari di apertura ridotti, mentre alcuni locali possono chiudere del tutto da ottobre a Pasqua. 

Ristoranti

I prezzi variano in misura considerevole da una località all’altra: a seconda dei posti, il costo di una portata principale arriva fino a £9 in un ristorante ordinario e va da £10 a £18 in un ristorante di fascia media. Nei ristoranti che offrono una cucina di alto livello con un ambiente e un servizio adeguati, per la stessa portata si spendono da £20 a £50, ma a Londra queste cifre possono tranquillamente raddoppiare.

ORARI

  • Di solito sono aperti tutti i giorni della settimana, ma alcuni chiudono la domenica sera o il lunedì tutto il giorno. 
  • Pranzo (dalle 12 alle 15 circa) e cena (dalle 18 alle 23, fino alle 24 e oltre nelle città più grandi) 
  • Alcuni ristoranti aprono soltanto per pranzo o per cena. 
  • Alcuni ristoranti aprono intorno alle 7 e servono anche la prima colazione, ma in genere sono soprattutto i caffè a offrire questo servizio.