Ci sono tante ottime ragioni per visitare una città come Marrakech, una delle più belle del Marocco, e i Giardini Majorelle sono a buon diritto una di queste. Noti anche come “Blu Majorelle” per il caratteristico blu dell’edificio che ne occupa la parte centrale, questo giardino botanico ricco di piante esotiche, fiori colorati e profumi, è stato voluto e costruito dal pittore francese Jacques Majorelle, sbarcato in Marocco nel 1917 per problemi di salute e trasferitosi a Marrakech solo due anni dopo.
La costruzione del Giardino a pochi passi dalla Medina
Il progetto dei Giardini nasce dall’esigenza del pittore di ritagliarsi un piccolo angolo di pace nel cuore della città, un luogo per dipingere circondato dalle sue principali fonti di ispirazione, la cultura islamica, l’arte, la botanica, ma al tempo stesso non così distante dai suoni, dal vociare incessante e dalla vita trascinante di Piazza jemaa el fna.
Una volta acquistato il terreno nel 1923, il pittore ha chiamato a raccolta non solo esperti botanici, ma anche l’architetto francese Paul Sinoir per affidargli la costruzione della villa e della cinta muraria che, grazie alla peculiare gradazione di blu scelta per le pareti, interrompono il verde lussureggiante delle piante provenienti da ogni parte del mondo. Il risultato è unico nel suo genere: l’incontro perfetto di due culture, stile moresco e Art Déco, e l’intreccio armonico di natura rigogliosa e tradizioni millenarie.
Cosa ha sedotto lo stilista Yves Saint Laurent
Dal 1947 il Giardino è aperto al pubblico e trai suoi estimatori più celebri vanta lo stilista Yves Saint Laurent. Si racconta che lo stilista francese sia rimasto letteralmente stregato dalla bellezza di “quest’oasi in cui i colori di Matisse si mescolano a quelli della natura”, al punto da acquistare l’intero complesso nel 1980 e farne la residenza per trascorrere gli ultimi anni della sua vita insieme al compagno Pierre Bergé.
Cosa vedere nei Giardini Majorelle
Durante la visita ai Giardini Majorelle è possibile ammirare circa 300 specie di piante diverse, palme, cactus, bambù, alberi di noci di cocco, cipressi, agave e ninfee, solo per dare un’idea dell’incredibile varietà presente al suo interno. La parte dell’edificio utilizzata dal pittore Majorelle come studio, oggi ospita invece un ricchissimo museo della storia e alla cultura berbera, articolato in tre sezioni, rispettivamente dedicate agli utensili utilizzati quotidianamente dalla popolazione nomade, agli ornamenti e ai gioielli, nonché agli oggetti che ne raccontano la vita sociale.
3 cose da fare prima di partire per Marrakech
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- Scegliete l’abbigliamento giusto non solo rispetto al clima, ma anche considerando le tradizioni culturali e religiose del Paese.
- Non dimenticate i documenti necessari per il viaggio: passaporto o carta d’identità valida per l’espatrio e il voucher turistico con indicato il periodo di soggiorno.
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