Valuta Kenya: qual è? Ecco alcune informazioni utili

Fantastica meta dell’Africa Orientale: il Kenya. Un paese equatoriale e tropicale con aree desertiche, altopiani, catene montuose, boschi e savane. C’è proprio tutto in questo paese meraviglioso, che magari potrà essere proprio la vostra prossima tappa di viaggio. Prima di partire però, informatevi bene sulla valuta in uso con il cambio euro-scellino keniota (KES) e prenotatelo comodamente online.

Noi intanto vi diciamo tutto sulla valuta ufficiale del Kenya.

La valuta del Kenya

Lo scellino keniota è la moneta in uso in Kenya. La valuta ufficiale si compone di 100 centesimi e i suoi codici di riferimento sono KES e KSH. La sua storia può dirsi recente dal momento che lo scellino keniota è stato introdotto solo nel 1966. Precedentemente era in uso lo scellino dell’Africa Orientale. La valuta ufficiale in uso in Kenya è una delle monete più forti di tutta l’Africa Orientale, tanto che persino altri paesi confinanti la usano: come ad esempio il Sudan meridionale e la Somalia.

Tagli

I diversi tagli di valuta che si trovano nel corso degli anni, sono legati a diversi periodi. Vi era 1 scellino e poi esistevano le monete da 1, 5, 10, 25 e 50 centesimi. I 5 scellini li troviamo fino al 1985. La banconota da 10 scellini venne usata fino al 1995. Quella da 20, fino al 1998.

Curiosità

Nel 1995 le monete in uso in Kenya subirono delle modifiche. Furono coniati pezzi da 10 e 50 centesimi; ed anche monete con valore di 1, 5, 10 e 20 scellini; il tutto in una nuova serie. Se vi recate in vacanza in Kenya, attualmente potrete trovare in circolazione le monete di ottone da 50 centesimi e quelle da 1 scellino. Le bimetalliche hanno invece un valore di 5, 10 e 20 scellini. Per quello che riguarda le banconote, invece, adesso circolano pezzi da 50, 100, 200, 500 e 1000 scellini.

E se dopo il vostro fantastico soggiorno in Kenya, vi fossero rimasti degli scellini, niente paura. Con il servizio BuyBack, Forexchange si impegna a riacquistare la valuta residua, allo stesso tasso di cambio.

Fonte immagine: Wikipedia (Wikimedia Commons)